Negli spazi di Pirelli HangarBicocca è di scena la mostra Sunshine State dedicata a Steve McQueen, regista inglese di origine caraibica vincitore di un premio Oscar.
La mostra si apre con immagini instabili della Statua della Libertà ripresa da un elicottero in continuo movimento circolare intorno ad essa e proiettate su due bellissimi schermi giganti speculari tra loro, arrivati appositamente a Milano dagli Stati Uniti.
Il percorso espositivo continua con installazioni composte da due proiettori caricati con pellicole 16 mm che mostrano porzioni di corpi, un elemento sempre presente nel cinema e nella video-arte di McQueen.
I due video non sono gli unici lavori in analogico della mostra; infatti nello spazio dell’Hangar chiamato il Cubo, viene proiettato un film girato in Super 8 a 3 km di profondità in mezzo ai lavoratori di una miniera d’oro sudafricana.
L’installazione più interessante è quella che conferisce il nome alla mostra Sunshine State e consiste in due schermi posti uno di fianco all’altro che proiettano in loop immagini del sole, intervallate da alcune sequenze del film in bianco e nero “Il cantante di jazz” del 1927, il primo film con incisa una parziale colonna sonora.
Il protagonista del film, un cantante di jazz bianco, si finge nero colorandosi il volto con del trucco scuro per poter lavorare come cantante e musicista. Il video di McQueen è manipolato con una profonda operazione di post-produzione e viene proposto in due versioni, uno in bianco e nero, l’altro in versione negativa, proiettate l’una di fianco all’altra.
In entrambe le versioni, il lavoro di post-produzione enfatizza il diventare nero del protagonista, cancellando del tutto dall’immagine le porzioni di pelle truccate. In questo modo, la pelle del cantante di jazz sparisce come se il regista volesse dirci che il nero è stato un colore invisibile a Hollywood per tanti anni e che un protagonista nero non è mai esistito per tanti anni nella produzione cinematografica.
Il corpo, la libertà, l’identità e la dignità sono temi ed elementi importanti e presenti nel lavoro del regista, sia nella produzione cinematografica narrativa e non sperimentale, sia nella sua video-arte.
La mostra è in corso fino al 31 luglio, quindi affrettatevi a visitarla se non l’avete ancora fatto.